Ticino e Grigioni

Curia, le entrate fisse... e "la provvidenza"

Con le dimissioni del vescovo Valerio Lazzeri, si è tornati a parlare delle finanze della Curia di Lugano, ancora in rosso

  • 14 ottobre 2022, 20:12
  • 24 giugno 2023, 00:28

I problemi economici della Curia

SEIDISERA 14.10.2022, 20:12

  • archivio tipress
Di: SEIDISERA/pon

Si è parlato anche della gestione della Curia, in occasione delle dimissioni del vescovo Valerio Lazzeri e della nomina di monsignor Alain de Raemy in attesa del nuovo titolare. Un tema d'attualità da anni, come dimenticare la chiusura del Giornale del Popolo nel 2018. Ma anche gli ultimi esercizi non sono stati positivi: i conti del 2020 si sono chiusi con un deficit di gestione di oltre 900'000 franchi, il preventivo 2022 prevede un "rosso" di più di 1'700'000 franchi.

Da cosa deriva il deficit? Il vicario generale Nicola Zanini, alla RSI, inizia relativizzando queste cifre e citando il dato del 2021: -1,2 milioni a preventivo, mentre a breve si comunicherà la chiusura con una perdita di 30-32'000 franchi.

Per le entrate, "la Diocesi fa molto affidamento - chiamiamola così - sulla provvidenza", ha spiegato Zanini. Il preventivo tiene conto delle entrate fisse ma non di tutte le donazioni, più o meno importanti, ricevute durante l'anno da privati e organizzazioni.

Per quanto riguarda la spesa "da anni si cerca di applicare misure di contenimento". Il pensionamento di un segretario commissionale, quest'anno, è stato per esempio compensato da una ridistribuzione dei compiti fra il personale a disposizione. "Non si può certo tagliare", invece, sui 270'000 franchi attribuiti a parrocchie non in grado di andare avanti da sole.

De Raemy al Quotidiano aveva detto che ogni Diocesi svizzera ha problemi finanziari ma che a Lugano ci sono istituzioni sostenute dalla Curia e che queste sono un punto da chiarire. Ma quali sono? Zanini cita fra i beneficiari di aiuti commissioni e uffici diocesani, il seminario, il liceo di Lucino, la facoltà di teologia, il collegio Papio, "tutti ambiti che ci stanno a cuore". Per Zanini, in questi casi, più che i costi bisogna "bilanciare i ricavi".

L'addio al GdP ha aiutato nel senso che "alle cifre citate, oggi dovremmo aggiungere circa mezzo milione all'anno".

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