Intervista

Gideon Levy: “A Gaza soltanto macerie e sangue”

Il giornalista di Haaretz: “Israele ha fatto tutto quello che poteva per impedire la soluzione dei due Stati” - “Adesso il mio è uno Stato di apartheid. Dobbiamo trasformarlo in una democrazia”

  • 12 dicembre 2023, 05:49
  • 12 dicembre 2023, 10:15
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  • Keystone
Di: SEIDISERA/RSI Info

“Soltanto macerie. Rovine. Sangue. Bambini ammazzati. Una popolazione traumatizzata. Profughi. Fame. Gaza sta per diventare una zona dove ci sarà una catastrofe umanitaria e non sappiamo chi andrà a salvare queste persone e che cosa potrà uscire di buono da tutto ciò”.

Sarà questa la situazione nella Striscia di Gaza nei prossimi mesi, secondo il giornalista israeliano Gideon Levy. Ha 69 anni, e dai primi anni ’80 scrive per Haaretz, tra i più venduti quotidiani di Israele, per cui firma ogni giorno articoli dove non ha problemi a parlare di territori occupati in Cisgiordania e non risparmia critiche sulle politiche dello Stato ebraico nei confronti dei palestinesi.

“Una parte davvero piccola della società israeliana condivide quello che dico e dopo questa guerra ancora meno. Questa guerra ha ucciso tutto”, dice Levy, sottolineando come sia comunque libero di esprimere i suoi pensieri su Haaretz, nonostante siano decisamente fuori dal coro. Dice ancora: “Ho completa libertà di espressione. In passato, certo, ho ricevuto minacce, nel 2014 ho addirittura avuto guardie del corpo. Ma posso ancora alzare la voce in Israele senza paura, in totale libertà”.

Gideon Levy si trova a Istanbul, dove è ospite dell’annuale forum di TRT World, il canale in lingua inglese della televisione di stato turca. Un festival che quest’anno è dedicato soprattutto al conflitto tra Israele e Hamas. La retorica durante i dibattiti è fortemente a favore della causa palestinese, in linea con la politica del governo turco.

Invece di bombardare Gaza in modo indiscriminato, che cosa avrebbe potuto fare Israele dopo l’attacco del 7 ottobre?

“È un po’ tardi per chiederci adesso quello che Israele avrebbe potuto fare. Perché avremmo dovuto chiederci questo già 15 anni fa, quando Israele ha messo Gaza sotto assedio. Ovviamente, dopo il barbaro massacro del 7 ottobre, Israele doveva fare qualcosa. Qualsiasi Stato avrebbe fatto qualcosa. Ma ci sono due questioni. La prima è: non esistono forse dei limiti? Israele può fare qualsiasi cosa? 20’000 civili uccisi dopo che ne sono stati uccisi 1’000: è tutto legittimo? E la seconda cosa che dobbiamo chiederci è: tutto questo dove porta? Israele continuerà ad uccidere, distruggerà a Gaza, e poi? La realtà di Gaza sarà migliore dopo tutto questo? Sarà migliore per Israele, per i palestinesi, per il mondo intero? Secondo me no, perché non c’è nessuno che vuole davvero creare una realtà nuova tra Israele e Palestina. E fino a che questa sarà la situazione, questo bagno di sangue sarà un crimine”.

Secondo Gideon Levy, in questo momento non esiste una leadership coraggiosa in Israele e nemmeno in Palestina. Ma la situazione di oggi è anche il risultato di politiche sbagliate da parte del mondo occidentale.

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Gideon Levy (d) insieme al pastore palestinese Mitri Raheb, in una fotografia scattata nel 2015

  • Reuters

Dice: “Non hanno fatto nulla. L’America ha fatto anche peggio, perché gli Stati Uniti hanno dato il via libera ad Israele per portare avanti questa guerra e continuano a farlo anche fornendo sostegno economico. L’Unione Europea avrebbe potuto fare molto e già molto tempo fa. Guardiamo a come Bruxelles ha reagito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. In poche settimane sono arrivate le sanzioni, mentre oggi in Europa è quasi proibito anche solo menzionare la possibilità di sanzionare Israele”.

“Tutti potrebbero fare qualcosa di più riguardo al rilascio degli ostaggi o rispetto al cessate il fuoco, ma quello che stiamo cercando è qualcosa di più radicale. Cerchiamo una nuova realtà e senza gli Stati Uniti e l’Unione Europea nessuna realtà diversa potrà emergere, perché entrambi le parti sono incapaci di creare una nuova realtà”.

Lei sta parlando di una soluzione con due Stati?

“Avrei voluto una soluzione con due Stati, è la soluzione migliore, ma Israele ha fatto tutto quello che poteva per impedire che questa fosse la soluzione. E ora, con 700’000 coloni in Cisgiordania non c’è spazio per uno Stato palestinese. E per questo motivo ora si tratta di una soluzione con uno Stato, che sarà una democrazia. Qualcosa che oggi pare totalmente surreale, ma alla fine è l’unica soluzione. Non è che preferisco questa situazione. Il fatto è che non ci sono altri tipi di soluzioni possibili. Anche adesso abbiamo un unico Stato, ma è uno stato di apartheid. E quello che dobbiamo fare è trasformarlo in una democrazia”.

La guerra israelo palestinese

SEIDISERA 11.12.2023, 18:31

  • Reuters

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