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Apple deve “aprire” il suo sistema operativo

L’UE avvia una procedura di specifica, chiedendo interoperabilità con dispositivi di aziende terze - Sei mesi di iter, alla fine potrebbero scattare multe pesanti

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RG 07.00 del 20.09.2024 Il servizio di Marzio Minoli

RSI Info 20.09.2024, 07:41

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Di: ATS/RG/pon

Apple deve aprire il suo “ecosistema” anche ai concorrenti. Lo chiede l’Unione Europea. Quella annunciata giovedì è una procedura di specifica prevista dal regolamento sui mercati digitali, il Digital Markets Act, che mira ad averli equi e aperti. Lo strumento viene usato per la prima volta. “Vogliamo guidare Apple verso un’effettiva conformità ai suoi obblighi di interoperabilità attraverso un dialogo costruttivo”, ha commentato in una nota Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per la concorrenza. Nessuna sanzione in vista, quindi, per il momento, ma se con il dialogo non si arrivasse a un risultato soddisfacente per Bruxelles si aprirebbe anche quella via e potrebbe scattare la multa, miliardaria. La durata prevista dell’iter è di sei mesi.

Cosa chiede nel concreto l’UE? Gli aspetti sono due: il primo si concentra su diverse funzionalità e caratteristiche di connettività iOS, usate principalmente per e dai dispositivi connessi, come ad esempio smartwatch, cuffie e visori per realtà virtuale. Le aziende che offrono questi prodotti dipendono dall’interoperabilità effettiva con gli smartphone e i loro sistemi operativi, come iOS. Uno smartwatch di una ditta terza, quindi, deve poter funzionare senza ostacoli anche se collegato a un iPhone.

Il secondo procedimento interessa il processo che Apple ha predisposto per soddisfare le richieste di interoperabilità presentate da sviluppatori e terze parti per iOS e iPadOS. È fondamentale, spiega la Commissione europea, che il processo di richiesta sia trasparente, tempestivo ed equo in modo che tutti gli sviluppatori abbiano un percorso efficace e prevedibile verso l’interoperabilità e siano in grado di innovare.

Come risponde Apple? Da un lato promettendo apertura all’interoperabilità, ma anche avvertendo che “minare le protezioni che abbiamo costruito nel tempo metterebbe a rischio i consumatori europei, offrendo ai malintenzionati più modi per accedere ai loro dispositivi e dati”.

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