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In 60’000 celebrano il ritorno della musica Svizzera a Losanna

Il centro del capoluogo vodese è stato invaso per i 70 concerti di Label Suisse, prestigiosa vetrina urbana della musica del nostro Paese

  • 17 settembre, 17:00
  • 17 settembre, 17:58

Immagini da Label Suisse a Losanna.

RSI Cultura 17.09.2024, 17:00

  • Marco Kohler
Di: Marco Kohler,Redazione

Domenica 15 settembre, con la trionfante esibizione pomeridiana di Nemo e quella serale, poetica e coreografica di Flèche Love in Place des Pionnières, si è chiusa l’undicesima edizione di Label Suisse.

Sono stati 3 giorni soleggiati e di musica svizzera (tanta francofona) seguiti quest’anno da più di 60’000 spettatori che hanno sfidato la fredda brezza che ha soffiato ininterrotta sulle rive del Lemano.

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La grand scène in Place des Pionnières a Losanna

  • Marco Kohler

La biennale Label Suisse, arrivata puntuale all’indomani della cerimonia di consegna dei Premi svizzeri di musica (assegnati dall’Ufficio federale della cultura) è una vetrina urbana e popolare, un festival gratuito organizzato da RTS in collaborazione con la Città di Losanna, per i suoi cittadini e per chi giunge dai quattro angoli della Svizzera.

È l’istantanea di alcune tra le “migliori estetiche sonore del paese”, suddivisa in una settantina di concerti distribuiti su 9 scene, tra cui la sopracitata e centrale Grand Scène, la chiesa di Saint-François e il Casinò di Montbenon, oltre agli storici locali cittadini come il D!Club, la Cave du Bleu Lézard, Les Docks, a cui si aggiungono La Datcha, il Jumeaux Jazz Club e La Ferme de Tilleuls a Renens, dove è stato presentato il film documentario “The Wonder way” della regista Emmanuelle Antille, seguito dalla performance della talentuosa cantante e chitarrista Laure Betris (Berceuses, ex-Kassette).

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Per le strade del centro di Losanna

  • Marco Kohler

Vedere tutto ciò che Label Suisse propone è fisicamente impossibile, allora fai delle scelte, a volte dolorose, e sacrifichi qualche concerto a favore di altri. Ma è questo il bello. È la dinamica di una manifestazione aperta che si svolge nelle vie del centro: cammini con il programma in mano respirando la città e la sua gente, prima di entrare nel prossimo locale per scoprire chi c’è e che cosa suona.

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Baron.e in apertura di Label Suisse sulla Place des Pionnières

  • Marco Kohler

Il cartellone, sempre variato e audace di Label Suisse, riflette “sia l’eredità musicale del paese che la sua capacità innovativa”. Incontri rock, pop, folk, electro, hip-hop, chanson francese, jazz, musica classica e canto lirico, in rappresentanza delle regioni linguistiche, e più ne ascolti più prendi coscienza della qualità delle idee sviluppate dalla Svizzera che suona.

Sono tornato in Ticino con l’immagine potente della performance dei friborghesi Young Gods che, dopo Baron.e, si sono riconessi alle radici industrial ed elettroniche, riavviando la macchina rock dopo mesi d’incursioni sperimentali e “statiche” nel mondo di Terry Riley.

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The Young Gods sulla Place des Pionnières

  • Marco Kohler

Franz Treichler in forma smagliante, Bernard Trontin e CesarePizzi hanno presentato, oltre ad alcuni “classici” e a brani del passato più recente, cinque canzoni del nuovo album il cui missaggio è in fase completamento. Treichler lo detto: è ora di ritrovare l’essenza degli Young Gods.

Mi ha fatto piacere vedere e sentire la risposta del pubblico romando all’italo disco di un rodato Valentino Vivace che, a due anni di distanza dall’uscita di “Meteoriti” e dopo decine di concerti, quel disco lo ha metabolizzato e ora si diverte con la sua band, tenendo il palco da “headliner” con uno show costruito ad arte.

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Valentino Vivace sul palco di Place des Pionnières

  • Marco Kohler

Valentino è stato uno dei diversi nomi svizzero italiani in cartellone a Label Suisse. Sabato sera, all’aperitivo organizzato da M4Music alla Cave du Bleu Lézard, Rebecca Solari (Crème Solaire) ha vestito i panni del suo nuovo alter-ego dialettale, elettronico e teatrale Fulmine, ennesima costola creativa di un’artista libera e audace che quando canta ti guarda negli occhi.

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Fulmine (Rebecca Solari) sul palco della Cave du Bleu Lézard

  • Marco Kohler

Dopo di lei il dream-pop e tinte shoegaze dei basilesi Moonpools e l’elettronica ritmata e danzereccia della produttrice ginevrina La Colère.

Venerdì sera, il chitarrista sperimentale ticinese Francesco Giudici ha incantato il pubblico con le sue immersioni strumentali in un’atmosfera eterea e mistica, resa ancor più suggestiva dalla cornice e dall’acustica della Chiesa di Saint-François.

Sempre in chiesa, sabato sera, era di scena il locarnese Coro Calicantus diretto da Mario Fontata, impegnato con la musica del ticinese Ivo Antognini, compositore d’opere corali di fama internazionale, premiato alla vigilia di Label Suisse con il Premio svizzero di musica.

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Marco Kohler con Obliecht (da sinistra Anuk Schmelcher, Donat Kaufmann e Nayan Stalder)

  • Marco Kohler

Nella Salle Pederewski, giovedì sera l’Ufficio federale della cultura ha premiato anche la musicista e attivista ginevrina Simone Aubert (Tout Bleu, Hyperculte, Massicot) e la cantante e icona svizzera dello jodel, la lucernese Simone Felber. Insieme hanno proposto un’inedita ed esclusiva performance domenicale al Jumeax Jazz Club.

Premio svizzero di musica anche per la combo black metal/gospel di Zeal & Ardor del basilese Manuel Gagneux, per il sassofonista e sperimentatore Tapiwa Svosve (District Five), per la violinista e ricercatrice basilese Leila Schayegh (dal vivo venerdì con La Centifoglia al Casinò de Montbenon) e l’artista concettuale bernese Zimoun.

La svizzera italiana era di scena anche domenica con la performance tardo pomeridiana di Camilla Sparksss in veste “Lullabies” al Casino di Montbenon e di Mortòri, il nuovo intrigante alter-ego dialettale di Aris Bassetti (Peter Kernel, On The Camper Records) alla Cave du Bleu Lézard.

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Orphia alla Cave du Bleu Lézard

  • Marco Kohler

Che bello vedere il ginevrino Orphia (nuovo entrato nella scuderia di Bongo Joe Records) celebrare la notte e il viaggio, suonando e cantando la sua elettronica potente ed entusiasmante dal vivo. E che peccato aver perso la presentazione di “Heavy Heart”, il nuovo EP del super gruppo rock soul blues romando Olympic Antigua, che adesso è un quintetto con l’arrivo di Delia Meshlir, lei di scena venerdì in versione intima.

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Marco Kohler con Olympic Antigua (da sinistra Kevin Ruffieux, Igor Métrailler e Timotée Dorsaz)

  • Marco Kohler

Olympic Antigua sono sono stati i primi protagonisti di un crescendo “chitarroso” domenicale a Les Docks, proseguito con il girl power rock anni 90 di Annie Taylor e chiusosi con il post-punk hard-core dei Coilguns di Louis Jucker e Jonathan Nido.

Andare a Label Suisse pensando di vedere tutto è utopico. Riesci, piuttosto, ad assaggiare e pre-gustare tante cose, come se fosse un fornitissimo aperitivo all you can eat.

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Eric Truffaz sul palco de Les Docks

  • Marco Kohler

Mi resta nel cuore la fantastica atmosfera jazz e fumosa à Les Docks, dove Erik Truffaz ha interpretato le canzoni di “Rollin’” e “Clap!”, i due album (editi da Blue Note) in cui il famoso trombettista ginevrino rende omaggio, rivisitandole, alle colonne sonore di alcuni dei film che hanno segnato la sua crescita artistica. Oppure il suono del “hackbrett”, il salterio al centro di Obliecht, progetto di Donat Kaufmann (One Sentence.Supervisor), Anuk Schmelcher e Elias Menzi, qui sostituito da Nayan Stalder, anche lui virtuoso di questo suggestivo strumento della tradizione musicale svizzera.

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Obliecht sul palco del D! Club

  • Marco Kohler

Dopo la dislocazione, due anni fa, sull’Esplanade de Montbenon, è stato bello ritrovare la Grand Scène in Place des Pionnières, unico e insostiuibile epicentro di una manifestazione che esiste da vent’anni ed è bella proprio perché é così urbana e fatta per la popolazione.

Vedere per credere. Appuntamento al 2026 !

Marco Kohler in diretta da Label Suisse, su Rete Tre

RSI Cultura 13.09.2024, 16:30

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