Musica Italiana

I tormentoni estivi e l’abisso della musica italiana

Anni fa Battiato, Jannacci, Battisti e altri trascendevano i generi abbattendo barriere anagrafiche e tra i pubblici. Perché oggi non è più così

  • Ieri, 09:00
Fedez e J-Ax

Fedez e J-Ax

  • Keystone
Di: Gian Luca Verga

“L’estate sta finendo”, recitava quell’ antico adagio dei Righeira, e il tormentone finalmente se ne va, (è la mia prece). Spazzato da quel vento del nord che con veemenza squassa il cielo e coi primi acquazzoni autunnali deterge i palinsesti radiofonici e televisivi. Quelli dei festival dei cornetti gelato, delle sagre mediatiche che offrono alle piazze sempre e solamente i soli noti. Della dittatura delle “hot rotation” radiofoniche, di Tik Tok che prosegue nel distruggere la sacralità della musica, umiliandola, svilendola riducendola ai pochi secondi funzionali al video di turno. Al punto ormai che molti scrivono e producono in funzione di questa aberrante ambizione.  

In sintesi, incensando e promuovendo allo sfinimento questo prodotto, e questa modalità di fruizione certificano l’abisso in cui la musica italiana si trova. Quella leggera, quella commerciale, quella mainstream (sfumature semantiche) al netto delle certificazioni spesso farlocche dei dischi d’oro, di platino e uranio impoverito che si sbandierano con sicumera. Un abisso.   

Ovviamente con la complicità senziente delle major discografiche per cui la canzone è sempre più un mero prodotto usa e getta assimilabile al junk food: massima resa istantanea, valori nutrizionale nulli, effetti collaterali a medio termine devastanti. Investire su percorsi artistici più articolati, di ampio respiro e che necessitano tempo o sperimentare? Eresia allo stato puro. Altro che “La fabbrica del consenso” di Chomsky, altro che ipnosi collettiva.

“L’estate sta finendo” e correva l’anno domini 1985 quando i Righeira con un colpo di genio pubblicavano il suddetto motivo; e dopo aver licenziato un paio di estati precedenti la madre di tutti i tormentoni. Che per loro natura e finalità devono esser leggeri. Nel loro Dna è inserita l’obsolescenza programmata; la stagione balneare è il loro ciclo naturale di vita. La “musica leggera” è sempre stata una “fabbrica di prodotti da consumare”, senza cercare profondità di pensiero, senza innescare riflessioni escatologiche. Non è la sua “missione”. E anche se proprio come un gatto in autostrada il tormentone ha vita spesso effimera, alcuni hanno davvero scandito, oltre che una stagione, un’epoca. Di esempi ve ne sono bizzeffe a partire da “Legati a un granello di sabbia”.

Già, gli anni ’60. Quando l’industria discografica, ad esempio, si nutriva anche di gente come Morricone, Luis Bacalov, Sergio Bardotti al netto di autori ispirati coinvolti da veri direttori artistici. E che dire di geni quali Battiato, Jannacci o Battisti? Trascendendo i generi abbattevano barriere anagrafiche e tra i pubblici. E il minimo sindacale era garantito. Di testi così ignoranti e insipidi come quelli delle ultime stagioni non avevamo traccia. E quando non sono “ignoranti” spiccano per insulsaggine e banalità. Con l’aggravante che ormai il tormentone con questa tipologia non è più solo stagionale.

E poi, se la canzone è officiata da una giovin pulzella il comune denominatore non può che l’esser smutandata e scosciata. Ma abbiamo appreso, ringraziando, che è un esempio di lotta al patriarcato. Ambé. Poi non conta se le voci avrebbero urgente bisogno del linguaggio dei segni.

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E così tra “Sesso e Samba”, un Tananai capace solo di replicare la stessa canzone all’infinito, un Fedez che quando l’auto tune svanisce sprofonda nella propria tragicomica inconsistenza, ma anche una “Notte della Taranta” offerta chiavi in mano a questa generazione solo per squisiti motivi di audience, e altri mille tra volti, canzoni, voci e sintassi, grammaticali e musicali che rasentano il ridicolo e oltre, lo scempio ai danni della musica anche se leggera o leggerissima è perpetrato, è consumato. E con relativa lobotomizzazione del fruitore più giovane. Che ha in dono una grande chance: crescerà, con tutto ciò che significa.

Ps. Nel frattempo, in quest’estate ormai al volgere Nick Cave e Laurie Anderson hanno pubblicato nuovi album; così come i Fontaines D.C. La piazza di Estival Jazz era piena di notte per Fantastic Negrito….

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