Ticino e Grigioni

La Pasqua bassa non salva capretti e contadini

Se la festività arriva presto diventa più complicato per gli allevatori ticinesi avere gli animali pronti alla vendita - Passato il giorno solenne cala invece il prezzo della carne nostrana

  • 19 marzo, 05:40
  • 19 marzo, 09:32

Allevatori di capretti preoccupati

Il Quotidiano 18.03.2024, 19:00

Di: QUOT/RSI Info

Salvare capretti e contadini. L’esercizio quest’anno rischia di diventare difficile. Se normalmente il Ticino è in grado di infornare i circa 4’000 capretti nostrani che vengono macellati in questo periodo, stavolta è proprio la scadenza della festività a creare problemi. Il giorno solenne dei cristiani cade infatti il 31 marzo. La Pasqua sarà insomma “bassa” e questo potrebbe creare problemi agli allevatori impegnati ad avere i piccoli di capra già “maturi” per la vendita. Non è questione di lana caprina, visto che vendere la stessa carne dopo la festa significa perderci economicamente.

Il Quotidiano ha incontrato Katharina Lüthi e Claudio Freddi che lavorano con le capre da 25 anni. La fattoria biologica è a Menzonio, in Alta Valle Maggia. Alla Pasqua bassa, anticipata, si sono abituati. “Quest’anno sono già 44 i capretti che sono andati al macello”, dice soddisfatta Katharina, la quale spiega il trucco per non farsi trovare spiazzati: “Non abbiamo avuto problemi perché abbiamo portato i becchi (il maschio della capra, ndr) presto sull’alpe e le capre hanno subito preso dal becco. È funzionato veramente bene”.

La programmazione delle nascite diventa quindi fondamentale per gli allevatori. Anche se poi concorrono altre variabili: “La natura - spiega l’allevatrice - conta e ogni tanto le capre partoriscono già a gennaio, ma capita che succeda anche a maggio”.

Il veterinario cantonale Luca Bacciarini conferma: “Se la Pasqua fosse veramente molto molto bassa la programmazione potrebbe non riuscire. Ma le nascite vengono calcolate per fare in modo che i capretti arrivino al peso ideale per la macellazione nelle settimane precedenti la festa. Significa che gli accoppiamenti vengono fatti in autunno, prima o dopo a dipendenza di quando cade la Pasqua”.

Il rischio è che, se gli animali non sono pronti (il peso ideale va dai 14 chili in su), poi risulta difficile smerciare il frutto della fatica con il dovuto guadagno. “Chiaramente il prezzo di vendita della carne di capretto prima di Pasqua è molto più alto”, ricorda Bacciarini.

Katharina, che vende i capretti al macello di Avegno e a una rete di consumatori biologici, è pronta a battagliare anche dopo la festività. “Perché non c’è meno lavoro se nascono prima. Io ho la testa dura, nel provare a venderli anche dopo Pasqua a un prezzo giusto”.

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