Ticino e Grigioni

“Ponte pericoloso? Non sapevamo nulla”

Sopralluogo delle autorità italiane sotto il ponte ferroviario dopo l’allarme di un ingegnere svizzero e l’interpellanza del consigliere Lorenzo Quadri a Berna

  • 12 giugno, 14:42

Il ponte dei “sospiri”

RSI Info 12.06.2024, 13:49

  • sdr
Di: sdr

“Davvero non ne sapevamo nulla, abbiamo appreso la notizia dalla stampa svizzera e siamo venuti subito di persona a capire la portata dell’allarme”. Queste le parole del sindaco di Porto Valtravaglia, Ermes Colombaroli, che subito mercoledì mattina di buona ora si è recato sotto il ponte oggetto di un articolo della Sonntagszeitung ripreso poi da altre testate svizzero tedesche e ticinesi. Questo anche per effetto dell’interpellanza che il consigliere nazionale Lorenzo Quadri ha inoltrato al Consiglio federale chiedendo, appunto, se realmente il ponte “verserebbe in condizioni allarmanti a causa di mancanza di manutenzione da parte italiana”, considerando pure che “nel 2014 la Svizzera decise di finanziare con 133 milioni di franchi la realizzazione del corridoio di 4 metri su quella tratta”.

I timori, le prime azioni messe in campo

“Naturalmente - prosegue il sindaco che ha compiuto una prima ispezione con il comandante della polizia locale, Alessandro Casali - non entro nel merito di temi politici legittimamente esposti dal deputato della Lega dei ticinesi circa i soldi elargiti della Confederazione. Ne condivido invece le preoccupazioni dapprima per la sicurezza dei cittadini e poi per possibili chiusure non previste, improvvise. Per questo motivo abbiamo scritto subito a Rete Ferroviaria Italiana che è gestore dell’infrastruttura segnalando l’allarme arrivato dalla Svizzera”. L’esperto che ha rilasciato l’intervista al gruppo Tamedia - si tratta di Heinz Aeschlimann, ingegnere e specialista nella costruzione di ponti - ha affermato che la struttura secondo lui deve essere ispezionata immediatamente da specialisti, soprattutto se l’acqua penetra nella struttura. Chiaro, il sindaco non è un tecnico e quindi, al contrario dell’ingegnere citato dalla Sonntagszeitung, non ha strumenti specifici per dire se le perdite d’acqua in alto o la crepa nel basamento del ponte siano poi meritevoli di lavori ma da Porto Valtravaglia credono che almeno un controllo approfondito vada effettuato. Di questa vicenda hanno avvisato anche le autorità prefettizie, la Prefettura. “Non appena avremo notizie le condivideremo anche con il Ticino, precisa a conclusione il sindaco, perché, ribadisco, preme a tutti noi la sicurezza di questa struttura, un suo stop sarebbe un problema internazionale, ed è giusto andare fino in fondo a questo allarme”. 

I contributi svizzeri, i lavori italiani

Dall’Italia ha più riprese hanno fatto sapere che i contributi erogati da Berna per realizzare il cosiddetto corridoio di 4 metri sono stati utilizzati, ed i lavori sono stati ultimati da tempo. Gallerie ed ingressi nelle stazioni di Maccagno, Porto Valtravaglia, tra Castelveccana e Laveno Mombello - per citare quelle che portano allo snodo di Gallarate, sono state adeguate. In questa fase, soprattutto sul Verbano il gestore ferroviario italiano è impegnato ad eliminare una quindicina di passaggi a livello per permettere non solo il transito in sicurezza ma anche un più fluido scorrimento di treni merci lungo una linea che avrà sempre dei limiti infrastrutturali. Già, perché questo corridoio a binario unico passa in alcuni punti in mezzo a rocce, montagne, boschi ripidi che sempre più spesso sul versante lombardo vengono colpiti da dissesto idrogeologico dopo abbondanti piogge, con caduta massi, fango o alberi. Laveno Mombello, a proposito di passaggi a livello soppressi con investimenti milionari da parte di RFI e Regione Lombardia - proprio in queste settimane sta affrontando vere e proprie rivoluzioni viabilistiche permanenti in città per la soppressione dei passaggi a livello, per agevolare il traffico merci. Soppressione che interessa anche Luino con due passaggi a livello, tre a Ispra, altrettanti a Sangiano, uno a Maccagno con Pino e Veddasca e tre tra Taino e Angera. Togliere Tir dalla strada e mezzi pesanti è un desiderio anche dei Comuni rivieraschi italiani lungo questa dorsale, la Bellinzona Gallarate via Luino. I sindaci partecipano a progetti Interreg per aumentare la mobilità pubblica tra Ticino e Lombardia, per favorire l’uso dei mezzi come il TILO e sono in programma anche piste ciclabili per incentivare i frontalieri che lavorano in aziende prossime al confine alla mobilità lenta. 

“Rheintransit”

Modem 12.06.2024, 08:30

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