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La fuga di Yuri: “Per quale ragione combattere?”

Attirato dai guadagni e dalla prospettiva di risolvere i guai con la polizia, si è arruolato nell’esercito russo per ritrovarsi faccia a faccia con gli orrori della guerra. Ora vive in Europa dell’Est. La sua è una storia tra altre 18’000. Una goccia nel mare.

  • 11 agosto, 06:08
  • 11 agosto, 09:01

Soldati russi in fuga dal fronte

Telegiornale 10.08.2024, 20:00

Di: RTS/TG/RSI Info

Yuri non si chiama così. E’ un nome di fantasia, perché teme rappresaglie. L’uomo che chiameremo Yuri ha abbandonato l’esercito russo e ora si nasconde in un Paese dell’Europa dell’Est.

La sua vita è cambiata nel novembre del 2023, quando, messo sotto pressione dalla polizia, firmò un contratto di arruolamento. Ad attirarlo anche una somma pari a 15’000 franchi, più alta di un salario medio annuale in Russia. E poi la promessa che sarebbe stato lontano dal fronte, una promessa subito disattesa.

“Quando sono arrivato sul terreno, sono stato assegnato all’unità di assalto. Mi sono rifiutato di prendere parte alle operazioni, e allora mi hanno messo nel gruppo che si occupa del recupero dei feriti e dei morti sul campo di battaglia”.

All’inizio la sua unità contava 250 uomini. Un mese dopo i sopravvissuti erano una trentina.

“Ho capito da subito che non ne sarei uscito vivo. A volte, per non far soffrire un ferito che non aveva speranza, lo finivamo sul posto, affinché i parenti potessero ricevere le indennità previste”.

La scorsa primavera, un drone ucraino lancia una granata a meno di due metri da lui, ferendolo gravemente. Yuri ha pensato di morire.

“Mi hanno trasportato in un primo ospedale, poi in un secondo e un terzo. Ci sono rimasto per molto tempo. Quando ne sono uscito ho deciso che non sarei ritornato al fronte. Non ho sentimenti patriottici. Putin è un sadico, un assassino che ha ucciso moltissime persone senza motivo. Allora perché combattere? Per quale ragione?”.

Per fuggire, Yuri contatta su Telegram “Idite lesom” (“attraversate la foresta”) un’organizzazione non governativa di resistenza civica che offre sostegno logistico ai disertori. Grigory Sverdlin ne è il fondatore. In media riceve ogni mese 200 richieste di uomini che vogliono abbandonare l’esercito russo.

“Pianifichiamo nel dettaglio la loro fuga: dove e quando cambiare uniforme, quale tipo di trasporto prendere per raggiungere la frontiera. Ci sono persone indottrinate, trasformate in zombies, che credono ci siano nazisti in Ucraina, ma la maggior parte sono persone normali. Sono al limite delle loro forze, sono confusi, non capiscono cosa ci fanno nell’esercito o perché combattono contro l’Ucraina”.

Grigory finora ha aiutato più di mille persone. Secondo fonti ucraine, i disertori nell’esercito russo sarebbero più di 18’000. Una minima parte del totale dei soldati russi mobilitati, che si stima siano oltre un milione.

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