Svizzera

Tagli federali, i Cantoni: no a nuovi oneri

Dalla Conferenza dei governi arriva una forte opposizione al piano di risparmio della Confederazione allestito dal gruppo di esperti - Misure che dividono il fronte borghese da quello socialista

  • 5 settembre, 19:37
  • 9 settembre, 13:27

RG 07.00 del 06.09.2024 Il servizio di Monica Fornasier

RSI Info 06.09.2024, 07:12

  • Keystone
Di: ATS/RSI INFO

Il piano di risparmio per 4-5 miliardi di franchi presentato giovedì dal gruppo di esperti del Consiglio federale ha già innescato la reazione negativa della Conferenza dei governi cantonali (CdC) che, in una nota, chiede alla Confederazione di non trasferire in modo avventato nuovi oneri ai Cantoni.

Molte delle 66 misure proposte toccano infatti questi ultimi, grazie a una ripartizione diversa dei compiti (dal finanziamento degli asili nido a un ritocco della perequazione). Una contrarietà che potrebbe far presa sul Consiglio federale che già oggi ha scritto di non voler modificare in modo sostanziale la ripartizione dei compiti.

Nella sua presa di posizione la Conferenza dei governi sottolinea che è sbagliato credere che i Cantoni siano in una situazione migliore in termini di politica finanziaria e debbano quindi assumersi gli oneri della Confederazione. Mentre alcuni registrano eccedenze, altri sono infatti alle prese con disavanzi e devono a loro volta pianificare misure di riduzione dei costi.

I buoni risultati di alcuni Cantoni sarebbero, ad esempio, un segnale ingannevole. “I costi sostenuti dai Cantoni e dai Comuni nel settore della sanità e dell’assistenza sono ad esempio destinati ad aumentare in modo massiccio in futuro”.

Infine la CdC annuncia che esaminerà le proposte del gruppo di esperti, commentandole nell’ambito della consultazione.

UDC: i risparmi non bastano; PS: servono più entrate

La messa a dieta del bilancio della Confederazione è stata accolta con favore dall’UDC, che però auspica tagli ancora più ampi in settori come l’asilo, l’aiuto allo sviluppo, le sovvenzioni alla cultura e “gli stipendi di lusso dell’amministrazione federale”. Le spese della Confederazione sono quasi raddoppiate dal 2000, scrive l’UDC Svizzera. Lo Stato sta diventando sempre più caro: se nel 2000 costava ai cittadini circa 6’500 franchi pro capite a livello federale, ora si è già arrivati intorno ai 9’500 franchi. I democentristi offriranno il proprio sostegno a un’alleanza per il risparmio con il PLR e il Centro, in modo da ribilanciare le finanze federali. Per contro respingeranno tutte le proposte volte ad aumentare le entrate, le tasse e le imposte.

Il PS considera invece le proposte un “attacco frontale alla Svizzera sociale”. Il gruppo di esperti ha fissato le priorità sbagliate e ha ignorato fatti importanti. Le proposte di risparmio “riporterebbero la Svizzera indietro di anni” in termini di protezione del clima, uguaglianza e potere d’acquisto, afferma il co-presidente del PS svizzero Cédric Wermuth in un comunicato. Sul fronte delle entrate c’è un ampio margine di manovra per finanziare questioni socio-politiche fondamentali. “Le multinazionali e i miliardari” devono essere chiamati alla cassa. In un “documento programmatico”, il PS propone di “rinunciare alle deduzioni fiscali inefficienti e ingiuste” e di “correggere gli eccessivi regali fiscali dell’era neoliberale”.

Il rapporto degli esperti è accolto con favore dal PLR perché conferma “molte delle richieste centrali del nostro partito”. Il rapporto mostra ad esempio che ci sono numerose sovvenzioni che potrebbero essere facilmente cancellate. E che la ripartizione dei compiti tra Confederazione e Cantoni andrebbe rivista. Il PLR approva anche “i principali orientamenti del Gruppo Gaillard”, ossia: “Sì all’efficienza, sì all’esercito, no a nuove tasse”.

Per i Verdi, il rapporto presentato oggi non è altro che un “favore” ai partiti borghesi. Invece di utilizzarlo “per legittimare un massiccio programma di taglio delle spese”, i partiti di centro-destra farebbero meglio a “correggere le loro errate decisioni del passato”. Il fatto che non si prenda in considerazione una riforma del freno all’indebitamento e tanto meno misure sul fronte delle entrate, non sta certo ad indicare che la ministra delle finanze del PLR Karin Keller-Sutter e il gruppo di esperti siano interessati a una discussione aperta sul futuro delle finanze federali, scrivono i Verdi.

Per il PVL le proposte di risparmio “vanno nella giusta direzione” ed è corretto concentrarsi sulla riduzione delle spese. In una nota, i Verdi-liberali chiedono però anche di esaminare se il freno all’indebitamento debba essere reso più flessibile.

Notiziario

Notiziario 05.09.2024, 14:00

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