Svizzera-NATO, il Governo vuole più collaborazione

La collaborazione tra Svizzera e NATO deve essere rafforzata, rispettando però il principio della neutralità. A dirlo è il rapporto 2021 sulla politica di sicurezza, adottato mercoledì dal Consiglio federale dopo le modifiche apportate a seguito dell’invasione dell’Ucraina. La guerra ha accentuato di colpo la minaccia per quanto riguarda la sicurezza. Il pericolo di disinformazione, di ciberattacchi, di operazioni coperte e addirittura di conflitti armati hanno portato le nazioni ad avere eserciti più concentrati sulla dissuasione e sulla difesa del proprio territorio.

Per questo motivo il Governo auspica una maggiore collaborazione in materia di politica e di sicurezza, approfondendo le dinamiche di cooperazione con la NATO e con l’UE. Questo permetterebbe di rafforzare la capacità svizzera in materia di difesa. Secondo quanto espresso dalla Confederazione, tra le possibili collaborazioni ci sarebbero una maggiore partecipazione ad esercitazioni, un ampliamento della capacità di cooperazione militari per settori importanti per la difesa, un’intensificazione dello statuto di partenariato con l’Alleanza atlantica e la partecipazione dell’esercito a programmi di sviluppo come l’EU Rapid Deployment Capacity (operazioni di salvataggio, evacuazione e stabilizzazione).

Dal rapporto emerge, inoltre, che l’esercito svizzero ha delle lacune critiche per quanto riguarda la sua modernizzazione. Il Consiglio federale presuppone un aumento delle risorse finanziare allocate alle forze armate, come per esempio il programma d’armamento 2023, che consentirebbero di sviluppare competenze importanti e colmare queste lacune molto rapidamente.