Svizzera

Centri per richiedenti l’asilo, sicurezza rafforzata

Il Nazionale vara una stretta, spingendosi anche più in là delle proposte del Governo, ma l’uso delle armi resta escluso

  • Ieri, 13:12
  • Ieri, 14:32
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L'esterno del centro di Pasture a Balerna

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Di: ATS/pon

La sicurezza del personale e dei richiedenti l’asilo nei centri federali (CFA) va rafforzata. Fin qui tutti d’accordo, non sul modo di procedere: il dibattito mercoledì al Consiglio nazionale è stato vivace e al termine i deputati hanno approvato le proposte del Consiglio federale con 104 voti contro 87, spingendosi in un paio di casi anche oltre. Ha in particolare esteso l’area attorno ai centri in cui potranno essere adottate misure disciplinari contro gli asilanti, quando il loro comportamento minaccia l’ordine o la sicurezza pubblica.  La versione governativa parlava di “immediate vicinanze”, mentre la versione della maggioranza include anche “i dintorni” dei CFA.

Inoltre, i collaboratori della Segreteria di Stato della migrazione devono poter confiscare e controllare apparecchi elettronici come i telefonini. Un punto, questo, non direttamente applicabile secondo il consigliere federale responsabile del dossier, Beat Jans, perché sarebbe necessaria la modifica di altre leggi.

I democentristi - all’origine di questa proposta - avevano suggerito anche di autorizzare il personale di sicurezza a ricorrere alle armi. I deputati, però, non ne hanno voluto sapere a larghissima maggioranza. Manette, cannoni ad acqua e prodotti irritanti, invece, sono già permessi.

La sinistra, sostenuta in questo dall’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati, si è vanamente opposta alla possibilità di perquisire minorenni, se non in casi eccezionali. Secondo i contrari, questo punto viola la convenzione internazionale sui diritti dei bambini. Jans ha assicurato che la direttiva interna - che sarà ancora applicata - esclude perquisizioni su chi ha meno di 12 anni e che in caso di sospetti vengono chiamati genitori o persone di fiducia

Il progetto sottoposto alle Camere (gli Stati devono ancora pronunciarsi) deriva dalle raccomandazioni formulate dall’ex giudice federale Niklaus Oberholzer, a cui era stato affidato un mandato dopo le notizie apparse nei media nel 2021 e relative al ricorso sproporzionato all’uso della forza all’interno dei centri, non da parte degli ospiti ma nei loro confronti.

Asilo, tra sicurezza e diritti

Modem 18.09.2024, 08:30

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